Prevenzione della calvizie grazie al nostro DNA?
L’alopecia androgenetica, più nota con il nome di “calvizie comune”, interessa quasi l’80% degli uomini e il 40% delle donne in tutto il mondo.
È dovuta a una suscettibilità dei follicoli piliferi all’azione di un ormone di tipo androgenetico.
L’eziologia della condizione non è ancora del tutto chiara agli esperti e naturalmente non conoscere le cause rende anche estremamente complessa la ricerca di un rimedio efficace.
Quel che è certo è che a contribuire all’azione dell’ormone DHT (diidrotestosterone), responsabile della caduta dei capelli, sono fattori ambientali ma soprattutto genetici.
Cosa sanno gli esperti sui geni della calvizie?
Gli studi suggeriscono che il gene dei recettori androgeni sia localizzato nel cromosoma X. Di conseguenza questa predisposizione è ereditata dal lato della madre. Proprio per questo motivo si dice che per sapere quale sia il decorso della propria situazione, sia sufficiente fare riferimento allo stadio di diradamento del proprio nonno materno. Vi è, infatti, una probabilità del 50% che un uomo condivida lo stesso cromosoma X del padre della propria madre.
Tuttavia gli studi dimostrano anche che chi ha un padre calvo, ha un’altissima probabilità (più alta di 2,5 volte) di essere affetto da calvizie, a prescindere dai geni materni.
Gli studiosi conducono continue ricerche al fine di comprendere esattamente quali siano esattamente i geni interessati, per riuscire poi a capire come contrastare l’alopecia androgenetica con efficacia.
Una svolta nelle ricerche:
Recentemente, un team di ricercatori dell’università di Edimburgo ha condotto un trial su un campione di 52.000 uomini. Di questi individui, 16.700 non soffrivano di alcuna forma di calvizie, 12.000 si trovavano in uno stadio iniziale di alopecia androgenetica, 14.000 a uno stadio che si può definire “intermedio” e 9.800 in una fase avanzata.
Lo studio ha indicato che sono 287 le sequenze di DNA capaci di indicare la predisposizione alla calvizie.
A conferma di quanto affermato precedentemente, i 287 geni sono tutti da ricercare nel cromosoma X. Questa scoperta aprirebbe finalmente nuove porte non tanto a una cura, per la quale serviranno ancora molti studi, quanto piuttosto allo sviluppo di test in grado di comprendere se vi sia una tendenza a perdere i capelli da parte dell’individuo.
I soggetti che hanno preso parte al trial che presentavano il più basso numero di questi 287 geni, hanno mostrato un diradamento inferiore. Al contrario, tra coloro che mostravano un numero elevato di tali geni, oltre il 60% era affetto da una forte perdita di capelli.
Le ricerche nel campo della cura alla calvizie si trovano ancora a una fase embrionale, sebbene, negli ultimi decenni, decine di esperti si siano adoperati per trovare una “ricetta” efficace. Saranno necessari molti studi per poter essere in grado di leggere al meglio il nostro DNA. Sembra, tuttavia, che questa scoperta possa spianare la strada a nuove intuizioni e che rappresenti un primo passo verso una possibile soluzione.